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Come fare a pezzi la mia vita mi aiuta a vivere meglio.

30 ottobre 2025

3 minuti di lettura

Come fare a pezzi la mia vita mi aiuta a vivere meglio.

Foto di Aimee Vogelsang su Unsplash

Negli ultimi anni sto scoprendo quanto fare a pezzi la mia vita si stia rivelando utile.

Come tutti ho tantissime passioni e desideri che vorrei portare avanti. Tuttavia per farlo ho notato che serve una buona gestione dello stress. Per non parlare della capacità di saper mettere in pausa certe cose al momento opportuno.

Piccolo spoiler: non sono molto bravo a reggere lo stress. E ancora meno a compiere delle scelte che hanno come conseguenza il mettere da parte ciò che vorrei fare.

In passato, uno dei miei atteggiamenti è stato quello di minimizzare tutto.

Se una cosa valeva poco allora non aveva molto senso stressarsi per essa.

Analogamente, rinunciare a qualcosa di poco valore non era una scelta che richiedesse un grande impegno emotivo.

Tuttavia, capite bene che, se si vuol essere felici, non si può svalutare tutto ciò che ci circonda.

La soluzione a cui sono arrivato è quella di fare tutto a pezzi.

Nel mio caso sono partito dallo spezzare i miei hobby, i miei desideri, le mie sensazioni e, in generale, tutti i restanti aspetti della mia vita.

Per farvi capire meglio vi porto un primo esempio riguardante la lettura.

L’obiettivo originario di quest’anno era quello di leggere tre libri al mese.
Ma l’idea si è rivelata troppo “pesante” e quindi ho deciso di puntare a uno a settimana.
Siccome causava ancora troppe delusioni, ho optato per un numero fisso di pagine al giorno.
Tutti sappiamo, però, che ci sono libri e libri. Per cui leggere 100 pagine di Kafka non sarà mai come leggere 100 pagine di Murakami o di Carlotta Martello.
Sono quindi giunto alla scelta di leggere almeno un’oretta al giorno.
A livello tecnico, con un oretta al giorno si riesce a leggere un libro medio in una settimana. E quindi di conseguenza anche tre libri al mese.

Come si può notare il risultato è lo stesso dell’obiettivo originale, ma con meno stress mentale dietro. Perché alla fine un ora è molto più facile da trovare in confronto al tempo indefinito necessario per leggere “un libro a settimana”.

Passando a qualcosa di meno immediato potrei fare l’esempio sull’idea che ho di me stesso.
Per semplificare questo peso ho innanzitutto spezzato il Jeje fisico da quello caratteriale. E a loro volta li ho suddivisi in tanti altri piccoli pezzi.

Perché questo è utile? Beh, perché se vedo un difetto in una di queste parti non sento la necessità di attribuirlo anche al resto.

Metti che escano dei brutti brufoli sulla mia pelle. Non per questo mi viene in mente che nel complesso io appaia come brutto.

O metti che mi accorgo di avere dei modi di fare sbagliati.
Non andrò di certo in automatico a pensare che, solo per questo, tutto il mio comportarmi sia sbagliato.

Concludo con un ultimo esempio: la mia passione per la scrittura.

Ho separato il piacere di scrivere dalla preoccupazione di come verrà recepito ciò che scrivo.

Questo articolo, e in realtà tutto questo blog, ne sono un esempio lampante.

Mi sono ritrovato a scrivere alle quattro di notte perché volevo scriverlo bene? Ma certo (E mi sono pure divertito nel farlo nonostante lo abbia ricominciato da capo un paio di volte).

È venuto lo stesso fuori male?
Probabilmente sì, visto che è il primo articolo che scrivo in vita mia.
Ma non per questo smetterò di scrivere.

Perché in fondo questo articolo sarà solo uno dei tanti, piccoli, pezzi della mia vita.